In questi giorni si determinando
condizioni climatiche caratterizzate da alte temperature che proseguiranno,
salvo brevi interruzioni per tutto il mese di luglio, a causa dei cambiamenti
climatici causati dall’ eccessivo riscaldamento dell’atmosfera per le notevoli
quantità di anidride carbonica emessa.
Il prevedibile eccessivo calore
degli ambienti di lavoro, somma del calore prodotto dalle macchine e del calore
esterno non sarà circoscritto, come negli anni passati, solo alle prime due
settimane di luglio con le cosiddette “ondate di calore” ma permarrà per molto
tempo e deve essere affrontato per tempo e adeguatamente.
IL RUOLO DEL RLS E DELLA RSU
È opportuno che le RSU e gli RLS
chiedano alle direzioni aziendali l’immediata apertura di un confronto per
valutare correttamente il rischio del calore eccessivo, individuando i più
adeguati e urgenti interventi e nel contempo dando adeguate informazioni ai
lavoratori.
Nell’eventualità che le aziende si
rendessero indisponibili a tale confronto, si deve immediatamente inviare
denuncia, firmata dagli RLS e dal segretario territoriale della categoria di
riferimento, al Servizio di Prevenzione e Protezione sul lavoro delle Asl
competenti.
In assenza degli
interventi necessari, in attesa dell’intervento della Asl, determinandosi le
condizioni di alta temperatura, scarsa o nulla ventilazione, rischio di stress
calorico per i lavoratori, gli RLS possono comunque chiedere ai lavoratori di
interrompere le attività lavorative, intendendo tale astensione lavorativa non
come sciopero, ma applicazione di ciò che è previsto dal Dlgs 81/08 in tema di
tutela della salute dei lavoratori, in quanto sono state disattese le norme
presenti nell’allegato IV dello stesso decreto al cap. 1.9 (microclima) e in
particolare al comma 1.9.1
(aerazione dei luoghi di lavoro chiusi), comma 1.9.2
(temperatura dei locali) e 1.9.3 (umidità).
La retribuzione
riferita al periodo di astensione lavorativa a causa dell’alta temperatura deve
essere, dalle aziende integralmente retribuita come espressamente norma
l’articolo 1206 del
Codice Civile che afferma: “Quando la prestazione
offerta dal lavoratore non è eseguibile per
danno imputabile all’azienda il
rischio della obbligazione, cioè la retribuzione ricade sull’azienda medesima
“.
IL CALORE NEI LUOGHI DI LAVORO
Il calore eccessivo negli ambienti
di lavoro può risultare ai lavoratori e soprattutto alle lavoratrici
insopportabile in quanto si accompagna a stati di malessere che possono
risultare anche di natura acuta tale da portare a uno stato di stress calorico.
Lo stress da calore può essere colto
anticipatamente se si presta grande attenzione a quei sintomi che correttamente
si definiscono “eventi sentinella “che sommariamente e per esemplificazione
elenco: cefalee, confusione mentale e
comportamenti insicuri.
Nella sottostante tabella elenco gli effetti sulla
salute dello stress da calore:
EFFETTI SULLA SALUTE | SINTOMI | TRATTAMENTO |
Sfogo da calore | Sfoghi rossi irregolari con prurito | Cambiare i vestiti con vestiti asciutti, evitare ambienti caldi, rinfrescare la pelle con acqua fresca |
Svenimento | Svenimento improvviso dopo almeno due ore di lavoro, pelle pallida e fredda, polso debole | Ricevere cure mediche, spostare la persona in area fresca, allentare i vestiti, farla sdraiare, se la persona è cosciente offrire piccoli sorsi d’acqua |
Crampi di calore
| I crampi di calore sono dolorosi spasmi involontari della muscolatura, l’inadeguata assunzione di liquidi spesso contribuisce a questo problema, i muscoli più colpiti sono polpacci, braccia, addome e schiena | In presenza di un crampo fermarsi e bere acqua, fare un leggero stiramento e massaggio |
Sfinimento di calore | Assomiglia molto allo shock, appare in maniera improvvisa, con i sintomi dello svenimento, nausea, pallore, polso rapido, bassa pressione sanguigna, pelle rossa, secca, febbre lieve | Portare la persona in un luogo ombreggiato, stenderla, alzargli leggermente le gambe, allentare o rimuovere i vestiti, fare bere acqua senza ghiaccio, rinfrescare la persona spruzzando acqua fresca |
Colpo di calore | Aumento della temperatura corporea sopra i 40 gradi, pelle secca, alterazione della coscienza, battito cardiaco accelerato, respiro rapido, cessazione della sudorazione | Spostare la persona lontana dalla fonte di calore, in un luogo ombreggiato o climatizzato, chiamare il 118, spruzzare acqua fresca |
Per impedire l’instaurarsi di tali
situazioni bisogna individuare correttamente gli obiettivi da conseguire nello
svolgimento della riunione con l’azienda.
LINEE GUIDA INAIL
A tale proposito vi ripropongo una sintesi delle
linee guida che sono state definite e prescritte da diversi Servizi di
Prevenzione delle Asl, sia per una corretta valutazione del rischio e sia per
attivare le misure necessarie a impedirli che avevo già inviato negli anni
scorsi insieme a delle utili norme emanate dal Governo del Canada che il
sindacato dell’industria Unifor, fa applicare con determinazione e che
cortesemente ci ha inviato.
- Dare immediatamente la più estesa informazione
ai lavoratori sui rischi inerenti i colpi di calore. È essenziale che i
lavoratori imparino a riconoscere i segnali precoci del sintomo dello stress da
calore e che sappiano come prevenirli:
- aumentando la quantità di acqua bevuta, almeno
240 ml ogni 20 minuti;
- richiedendo l’effettuazione di pause lavorative
aggiuntive;
- utilizzando un vestiario adeguato;
l’evaporazione del sudore è il primo modo con cui il corpo elimina l’accumulo
di calore, perciò il miglior abbigliamento è quello che rende più facile l’evaporazione del sudore e cioè
magliette di cotone leggere e pantaloni e intimo sempre di cotone e leggeri.
Per i lavoratori che indossano tute o coperture sopra l’abbigliamento estivo si
devono conteggiare circa 3 gradi in più di temperatura.
- insieme al RSPP aziendale deve essere effettuato
il processo di valutazione del rischio da calore, non solo generale per
l’intero sito lavorativo ma per ciascun reparto o area, selezionando le aree di
lavoro più calde e determinando il livello di dispendio calorico di ciascun
lavoratore coinvolto secondo la norma UNI EN 28996 e poi mappando le aree
selezionate in base alla misurazione dei parametri quali l’umidità relativa,
misurata con l’igrometro, di cui l’azienda deve dotarsi insieme al termometro.
Deve essere anche misurata la velocità dell’aria per ogni ora durante il turno
pomeridiano, che è prevalentemente il più caldo;
- Il rischio da calore eccessivo può essere più o
meno ampio a secondo delle attività svolte in ciascun reparto anche per la
presenza di sorgenti interne di calore;
- La valutazione del rischio deve essere fatta per
tutte le postazioni tenendo conto del dispendio energetico di ciascun
lavoratore e secondo l’attività che svolge, dell’isolamento termico determinato
dal vestiario indossato, soprattutto se c’è l’obbligo di indossare indumenti
protettivi che ostacolano l’evaporazione del sudore dell’umidità relativa, del
calore radiante, della velocità dell’aria circolante nell’ambiente di lavoro.
Fatta la valutazione del rischio si deve verificare
il risultato: se questo è alto, già dalla fascia gialla e/o rossa devono essere
messi immediatamente in atto gli interventi correttivi e deve essere coinvolto
anche il medico competente per la necessaria sorveglianza sanitaria:
- Bisogna ridurre il dispendio energetico di
ciascun lavoratore, diminuendo il carico di lavoro fisico aumentando il numero
e la durata delle pause e riducendo la frequenza e la velocità delle linee di
produzione;
- Si deve aumentare la velocità di circolazione
dell’aria, aumentando la velocità di condizionamento in presenza di eventuali
impianti di condizionamento centralizzati, aprendo porte e finestre,
predisponendo opportuni e adeguati ventilatori o condizionatori in prossimità
di ogni postazione;
- Deve rendersi disponibile per ogni lavoratore,
vicino alla postazione di lavoro, un’adeguata quantità di acqua fresca che
significa, perlomeno la possibilità di bere un bicchiere d’acqua ogni 20
minuti;
- Le zone di riposo e la mensa devono essere
condizionate per consentire una adeguata dispersione di calore accumulato da
ciascun lavoratore.
Riteniamo utile che già dai prossimi giorni si
proceda nella richiesta di incontri con le aziende per far sì che ci sia il
tempo corretto per fare la valutazione e per predisporre le azioni
opportune.
Spero che queste indicazioni vi siano utili, chiarendo che sono ormai consolidate norme e comportamenti definite dalle Asl e a cui le aziende non possono opporsi.